C'è un luogo di passaggio da cui nessuno passa. C'è un luogo di transito dal quale nessuno transita. Non si parte, né si arriva. C'è un luogo disabitato e abbandonato, quasi una lacerazione nel tessuto urbano, un luogo fermo, perdonate questo giro di parole, come il nome della sua città: il Terminal, che potrebbe indurre come assonanza all'idea di termine, di fine. E poi?

E poi si parte. E poi la cultura, l'arte capovolge la prospettiva e il luogo diviene spazio contemporaneo, flusso di idee e di scambio, l'elegante piattaforma che apre una finestra sul panorama artistico nazionale e internazionale.

L'arte trasformerà il Terminal per i due mesi di programmazione,con una mostra multiforme e intermediale, in cui Arte, Fotografia e Design s'incontrano per scrivere il capitolo 0 di quella che potrebbe diventare una struttura versatile e predisposta per naturale conformazione ad essere spazio espositivo, di integrazione ed entertainment.

L'idea del corpo come icona è il filo conduttore dell'esposizione, dell'evento mostra di Daniele Cudini/Francesco Musati/Cinzia Violoni, autori di un progetto che va al di là della riqualificazione ambientale e ha coinvolto con naturale spontaneità e interesse menti fra le più interessanti e versatili del panorama culturale italiano e internazionale.

Da tempio, scuola e deposito, il museo oggi deve diventare più simile alle piattaforme di comunicazione e il progetto di eventi Terminal Art Project né è l'esempio concreto, la cartina di tornasole di un cambiamento.

Inizia il viaggio attraverso le creature, fragili e vanitose, dell'artista Daniele Cudini e della sua pittura impietosa che smaschera con l'ironia del grottesco la natura dell'uomo-sciacallo nel suo vivere sociale. Prospettiva nuova, la sua, forte della sua irriverenza e orgogliosa della sua audacia. L'ambiguità gioca da protagonista attraverso le opere, presenti in collezioni nazionali e internazionali di arte Contemporanea, Museali e Private.

Il viaggio continua. Francesco Musati, attraverso i suoi scatti parla il suo linguaggio diverso, diretto, istantaneo. Immagini di star internazionali come le attrici Hilary Swank e Lindsay Lohan e l'italiana Martina Stella. Top model come Natasha Poly, Ana Beatriz Barros, Rianne Tenhaken e Charlotte Kemp Muhl. È la moda che fa della bellezza il suo emblema attraverso immagini patinate, la ricerca della perfezione e la crudezza della realtà. A volte.

Ed è il design che chiude metaforicamente questo viaggio nella contemporaneità attraverso l'ironia e l'innovazione di Cinzia Violoni, creativa, impegnata a riorganizzare la realtà con frammenti di immagini provenienti da ogni luogo. Interessante la costruzione dell'opera creata nel Terminal, un'istallazione che da frammento diviene partecipazione collettiva. Emblema della filosofia del Terminal stesso, luogo di una cultura che non si erge al di sopra degli altri ma che parla, comunica, interagisce, muove.

Curatrice della mostra Stefanie Kreuzer, figura di grande levatura nell'ambito dell'arte contemporanea internazionale. Con il suo incarico presso il Museo Morsbroich a Leverkusen è stata premiata per la migliore programmazione artistica museale dell'anno 2009/20010 in Germania.

Simona Laurenza

TERMINAL ART PROJECT - FERMO

13 luglio - 14 settembre 2013

vernissage ore 18.30

(fonte: Terminal Art Project)