Relazione introduttiva del Presidente della Provincia di Fermo On. Avv. Fabrizio Cesetti

(dalla Relazione strategica al Bilancio di previsione 2011 - 2013)

Il Bilancio di previsione cui si riferisce la presente Relazione riguarda l’esercizio 2011 e il triennio 2011/2013 e riveste una particolare importanza almeno per 3 ordini di motivi che mi propongo di analizzare adeguatamente attraverso il presente documento che, pur non costituendo un allegato obbligatorio dello schema normativo di un bilancio di previsione, desidero fornire come contributo di analisi e riflessione rinviando alle relazioni degli Assessori per i contenuti più settoriali.

 

IL PRIMO MOTIVO

Trascorso positivamente, oltre ogni aspettativa, il 2010 che ha costituito il 1° esercizio intero di gestione autonoma della nuova Provincia di Fermo, nel 2011 ci poniamo l’obiettivo di consolidare, perfezionare e qualificare ulteriormente la nostra capacità amministrativa raggiungendo il pieno regime.

Il perseguimento di questo obiettivo comporta l’espletamento delle seguenti 7 macro azioni strategiche:

1)         definire l’assetto organizzativo stabile degli Uffici che, fatta sempre salva la possibilità di introdurre nel proseguo miglioramenti continui, ci accompagni adeguatamente fino alla fine della consiliatura, mettendo a frutto la consapevolezza acquisita nel primo periodo di rodaggio della macchina amministrativa;

2)         completare gli adempimenti residui previsti dalle delibere e dagli atti sulla divisione del 2009, con particolare riguardo a quelli inerenti il personale dipendente, mantenendo gli impegni bilaterali assunti a suo tempo a condizione e nella misura che la Provincia di Ascoli faccia altrettanto, sempre nei limiti del rispetto delle normative vigenti;

3)         proseguire l’attività di pressione e di persuasione nei confronti delle autorità governative centrali per l’apertura di tutti gli Uffici periferici dello Stato specie di quelli che amministrano la sicurezza e i servizi connessi al mercato del lavoro cui il territorio non può più rinunciare;

4)         completare l’attuazione del nuovo Statuto dando vita agli istituti previsti come ad esempio la “Consulta per il lavoro e l’economia” e la “Commissione Pari Opportunità” ed avviando l’iter per l’individuazione della vera e propria “sede definitiva della Provincia”;

5)         mantenere l’impegno di avviare ad attuazione entro l’anno tutti i lavori pubblici previsti dal nuovo piano 2011, così come è avvenuto nel 2010;

6)         implementare i lavori per il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento secondo le linee guida approvate dal Consiglio Provinciale a fine 2010;

7)          elaborare un Piano Strategico Integrato delle attività dell’Ente.

 

 

IL SECONDO MOTIVO

Il triennio 2011/2013 che ci aspetta, a partire dall’esercizio 2011, sarà un periodo ancora più impegnativo a causa dei pesanti tagli al bilancio degli Enti Locali dettati dal Governo, peraltro in un quadro macroeconomico ancora molto debole che impatta negativamente sulle Province 2 volte a causa sia della riduzione dei consumi, cui sono legate le nostre entrate tributarie, che della riduzione del reddito disponibile che fa aumentare la pressione e le aspettative delle famiglie e degli stakeholders.

Basti pensare che il “taglio diretto” dei trasferimenti statali già accertato ammonta, per il solo 2011, ad 883.000,00(oltre il 67% in meno rispetto al 2010) cui vanno aggiunti i “tagli indiretti” sui trasferimenti regionali che, al momento, sono stimabili in oltre 7 milioni di euro (circa – 41% rispetto al 2010) e colpiscono l’esercizio delle “funzioni delegate” come, ad esempio, il trasporto pubblico locale, la viabilità, le politiche per il lavoro.

Naturalmente metteremo in campo ogni azione possibile per cercare di recuperare, nel corso del 2011, le minori risorse finanziarie regionali che riguardano, perlopiù, il Fondo Sociale Europeo.

Per effetto dell’insieme dei tagli previsti, la massa finanziaria complessiva delle risorse correnti passa dunque da circa 37 milioni di euro del 2010 a circa 29 milioni di euro per il 2011 con una riduzione stimata di oltre il 21% nonostante che le “entrate tributarie” (che rappresentano per la Provincia di Fermo oltre il 59% del totale delle predette risorse correnti) risentano di una previsione al ribasso di appena il 3%.

Quest’ultimo dato da un lato ci tranquillizza perché denota una sostanziale tenuta del nostro tessuto produttivo pur in una fase ancora difficile ma, dall’altro, risalta ancora di più l’impatto negativo sul nostro Bilancio dei tagli governativi.

Dai dati sull’economia insediata, rielaborati dall’Ufficio Studi della Provincia ed inseriti nella “Relazione Previsionale e Programmatica”, si evince:

1.      una seppur cauta controtendenza nel numero delle imprese attive che nel corso del 1° semestre 2010 sono passate da n.20.406 a n.20.519 unità;

2.     una controtendenza sul mercato del lavoro riscontrabile sia in un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni che in una flessione del ricorso alle procedure della mobilità; contenuto si dimostra l’incremento generale del ricorso alla cassa integrazione, mentre resta preoccupante il ricorso alla cassa integrazione in deroga riferita alle piccolissime imprese;

3.      un seppur modesto incremento dei consumi di energia elettrica che si dimostra in controtendenza non solo con la media nazionale ma anche con quella dell’Italia centrale e dell’Italia settentrionale.

Ci tranquillizza il fatto che la nostra “autonomia tributaria” è di gran lunga superiore a quella della media nazionale delle Province italiane (il 59% contro il 40%) il che significa, estremizzando ovviamente il ragionamento, che ce la possiamo fare, più di altre realtà istituzionali, contando principalmente sui “mezzi del territorio”.

Tale constatazione ci impone tuttavia di assumerci, nel 2011, ulteriori responsabilità da un lato limitando ancora di più le “spese generali e di funzionamento” (già molto contenute nel 2010) e, dall’altro, restituendo il più possibile al territorio attraverso progetti utili, servizi efficienti, investimenti e valore aggiunto istituzionale.

Per questa ragione, infatti, la “spesa per il personale” rimane sostanzialmente invariata per 2011 (circa 10 milioni di euro complessivi a fronte n. 245 dipendenti che costituiscono l’organico), quella per gli Amministratori si attesta appena all’1,5% sul totale generale della spesa corrente (€ 467.000,00 annui) e le spese per i diversi consumi laddove è possibile vengono ridotte come nel caso, ad esempio, dei fitti passivi e delle spese una tantum.

Il risultato raggiunto sui fitti passivi è particolarmente significativo se si tiene conto che alla data di avvio del nuovo Ente avevamo una situazione logistica assolutamente insufficiente che, d’ istinto, ci imponeva di acquisire ulteriori locali in affitto.

Non solo abbiamo resistito a tale tentazione, sopportando pazientemente gli inevitabili primi disagi, ma abbiamo poi riassorbito il fitto passivo dell’ Ipsia di Montegranaro e ci apprestiamo a riassorbire anche quello di Amandola trasformando una spesa corrente in investimento patrimoniale.

I 245 dipendenti effettivi (rispetto ad una dotazione organica prevista di n.315 unità) sono ripartiti :

·   n. 217 dipendenti di ruolo a tempo indeterminato, di cui n.3 comandati presso altri Enti;

·   n. 19 dipendenti a tempo determinato;

·   n. 9 dirigenti compreso il Segretario Generale, con una riduzione di n. 1 unità dall’ 1/1/2011 (per pensionamento) che non sarà sostituita grazie ad un diverso accorpamento dei Servizi.

Riscontriamo, inoltre, n. 5 dipendenti di altri Enti comandati presso la nostra Amministrazione, con la conseguenza che il numero complessivo dei dipendenti di ogni ordine, grado e profilo professionale che operano per l’Ente Provincia di Fermo è di n. 247.

Per contro, anche se, per i motivi sopradetti, le risorse correnti complessive e quindi la spesa diminuiscono, nel 2011 aumenta l’incidenza relativa della “spesa per i servizi verso l’esterno” rispetto alla “spesa corrente complessiva”.

L’attività amministrativa dell’Ente si divide nelle seguenti funzioni operative:

1.      Funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo

2.     Pubblica istruzione

3.      Cultura e beni culturali

4.     Funzioni nel settore sportivo, turistico e ricreativo

5.      Funzioni nel campo trasporti

6.     Gestione del territorio (viabilità ed urbanistica)

7.      Tutela ambientale

8.     Settore sociale

9.     Sviluppo economico

Come si può desumere dai dati dell’apposita “Relazione contabile” il peso delle “Funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo” sul totale delle risorse disponibili e quindi sulla spesa corrente passa da circa il 58% del 2010 a circa il 51% nel 2011 e, di conseguenza, la spesa dedicata alle 8 funzioni verso l’esterno vede aumentare il proprio peso da circa il 42% del 2010 a circa il 49% del 2011 con incrementi significativi, ad esempio, nel settore della Pubblica Istruzione, della Cultura e dei Beni Culturali.

La gestione dell’Ente si caratterizza, oltre che per le attività cosiddette correnti quelle cioè che si riferiscono all’erogazione dei servizi verso l’esterno, anche per la “politica degli investimenti” con al centro il nuovo “Piano delle Opere Pubbliche”.

Il Piano va letto da diverse angolazioni.

Innanzitutto gli investimenti sono divisi nei 3 grandi comparti di intervento, cioè le strade, le scuole e i fiumi.

La previsione finanziaria relativa al 2011 va inoltre distinta tra il dato di competenza del Bilancio 2011 (cioè, in pratica, le risorse effettivamente aggiuntive nel 2011 pari a circa  € 11.475.000,00) e i cosiddetti residui cioè le risorse già accertate nel Bilancio 2010 i cui interventi diventano tecnicamente realizzabili a partire dal 2011 (che ammontano complessivamente a circa € 20.500.000,00).

Di conseguenza le disponibilità finanziarie effettive complessivamente a disposizione per investimenti in opere pubbliche i cui progetti, iter amministrativi e procedure di spesa sono avviabili e/o realizzabili nel corso del 2011 ammontano a circa 32 milioni di euro.

A conclusione di questo secondo capitolo della relazione ribadisco che ci attende un triennio molto difficile dal punto di vista delle risorse finanziarie, una vera e propria “fase di passaggio” in attesa che, da un lato, riprenda effettivo impulso l’economia e, dall’altro, venga rafforzato il ruolo istituzionale delle Province, ad esempio con il passaggio di tutte le competenze di area vasta che riguardano il ciclo dei rifiuti e delle acque, ad esito delle riforme in atto relative al federalismo fiscale e il nuovo codice delle Autonomie Locali.

 

IL TERZO MOTIVO

Indubbiamente il capitolo principale di questa mia Relazione, al di là della necessità di consolidare l’autonomia strutturale dell’Ente (Obiettivo n.1) e di mantenere il livello dei servizi e degli investimenti in un contesto così difficile (Obiettivo n.2) riguarda l’ esigenza di definire una “pianificazione strategica per il territorio e con il territorio” che deve andare ben oltre sia le strette competenze amministrative che la gestione diretta delle risorse finanziarie a disposizione dell’Ente.

La Programmazione 2011/2013, nella sua interezza, interviene infatti nel periodo chiave della prima consiliatura e per questo motivo occorre compiere uno sforzo eccezionale.

La vera sfida consiste quindi nel definire una chiara e convincente strategia programmatica per contribuire ad assicurare al territorio uno sviluppo duraturo e sostenibile, il cui vero valore aggiunto non può essere limitato alla mera gestione ordinaria dell’Ente, ancorché improntata alla massima efficienza, ne alla assidua e tempestiva realizzazione delle opere di investimento, ma deve essere garantito:

1)       dalla capacità di imporre una “visione politica” dello sviluppo coerente con le caratteristiche peculiari del territorio;

2)       dalla  capacità di “progettare in modo integrato ed innovativo”;

3)       dalla capacità di “catturare risorse finanziarie aggiuntive” attraverso i canali a livello comunitario, nazionale, regionale ed il fund raising sul mercato privato;

4)       dalla capacità di “modificare le pratiche di spesa discrezionali” nei confronti  del territorio indirizzandole verso forme di cofinanziamento progettuale responsabile;

5)       dalla capacità di “qualificare ed incrementare l’autorevolezza della propria attività politico-istituzionale” sia nei confronti dei Partner pubblici e privati del territorio che rispetto alle Istituzioni superiori;

6)       dalla capacità di sviluppare sia il metodo della “partecipazione democratica” che quello della “rendicontazione sociale”.

Se non avremo il coraggio di ricercare ed affinare queste “6 capacità”, il nostro contributo allo sviluppo ed al benessere del territorio risulterebbe limitato e poco lungimirante.

Ciò vuol dire che a partire dal 2011 dobbiamo concentrare le nostre migliori energie istituzionali ed organizzative sull’attività strategica, pur all’ interno di un contesto gestionale molto difficile per i motivi sopra spiegati.

Per usare una metafora calcistica “la migliore difesa è l’attacco”!

Già dalla fine del 2010 è stato avviato il percorso operativo per l’elaborazione del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento che costituisce lo strumento programmatico per eccellenza per poter definire e regolamentare l’assetto fisico del territorio ma, in realtà, il P.T.C.  da solo non può essere sufficiente per gettare basi solide per uno sviluppo integrato del territorio.

Ecco perché occorre definire una vera e propria strategia complessiva di sviluppo, un vero e proprio “Piano Strategico Integrato” dell’Ente che metta al centro un nuovo assetto del territorio fisico, improntato ai principi della razionalizzazione e dell’efficienza del consumo nonché della tutela del paesaggio, e sviluppi a raggiera una serie di “programmi strategici operativi” di breve e medio periodo coerenti con le vocazioni ed i bisogni del territorio che “non durino una sola stagione” (pensiamo ad esempio al tessuto delle piccole e medie imprese ovvero alla scuola).

Nella prima parte dell’anno verranno quindi organizzate le migliori risorse interne e le più opportune ed efficaci sinergie con le altre Istituzioni del territorio per definire il “Piano Strategico Integrato” che, come ogni Piano che si rispetti e che abbia in sé i presupposti per produrre risultati utili e concreti, sarà articolato in:

1.      ASSI STRATEGICI PRIORITARI DI INTERVENTO

2.     PROGRAMMI STRATEGICI OPERATIVI

3.      PROGETTI PILOTA

4.     STRUMENTI METODOLOGICI

 

La Provincia si farà carico di elaborare una  prima proposta di Piano che andrà poi verificata con il territorio, arricchita ed assunta formalmente ad esito di un percorso partecipativo sia di tipo istituzionale che tecnico-scientifico.

Una grande sfida, nella consapevolezza che da un lato il territorio ha bisogno, specie in una fase storica così difficile, di autodeterminare e rafforzare la propria via di sviluppo e benessere e dall’altro una Provincia non avrebbe senso se, aldilà di una corretta ed efficace gestione diretta delle proprie risorse finanziarie e competenze amministrative, non operi un lungimirante salto di qualità della propria mission e della propria vision oltre che naturalmente del proprio modo di organizzarsi e lavorare per grandi obiettivi.

 

IL POSSIBILE PIANO

Partendo dalle peculiarità socio-economiche consolidate del territorio e dalle aspettative sia degli stakeholders  (Comuni ed Associazioni) che della popolazione, con particolare riguardo ai giovani, alle fasce deboli e ai piccoli imprenditori – che già ci siamo sforzati di declinare nelle “Linee guida del mandato amministrativo” – riteniamo che un Piano strategico di sviluppo per il nostro territorio possa essere quantomeno articolato nei seguenti 8 Assi prioritari/Obiettivi strategici:

 

1 -Il PRIMO ASSE è senza dubbio la “Salvaguardia e la tutela del territorio fisico” che deve essere improntata ai seguenti principi:

-         contenimento degli ulteriori consumi di territorio;

-         razionalizzazione, ammodernamento e completamento degli insediamenti e delle infrastrutturazioni già esistenti;

-         mantenimento delle caratteristiche geomorfologiche endogene del paesaggio.

 

L’IDEA FORTE che questo Asse di intervento deve comunicare e lasciare in eredità alle nuove generazioni è “la Provincia del paesaggio”.

L’Obiettivo strategico in questione deve essere perseguito principalmente attraverso l’implementazione e l’adozione di 2 PROGRAMMI STRATEGICI OPERATIVI costituiti dal “Piano Territoriale di Coordinamento” (P.T.C.) e dal “Piano di Protezione Civile”.

I lavori del P.T.C. sono stati già avviati a fine 2010 con l’approvazione delle Linee Guida metodologiche da parte del Consiglio Provinciale che hanno già lanciato un messaggio chiaro, quello secondo il quale non possono essere prese in considerazione varianti urbanistiche, rispetto alla vigente programmazione territoriale, relative ad opere di grande impatto fisico (come ad esempio il motodromo ipotizzato in località San Marco di Fermo) se non all’interno della pianificazione d’insieme del nuovo P.T.C. .

Per quanto riguarda il Piano di protezione Civile il primo “Progetto pilota” è costituito dal completamento della Sala Operativa Integrata (S.O.I.) cui dovrà seguire l’allestimento di un’area logistica attrezzata in posizione baricentrica rispetto alle necessità di pronto intervento.

 

2 – Il SECONDO ASSE prioritario è costituito dalla “Salvaguardia della qualità ambientale” che deve essere perseguita principalmente attraverso 4 PROGRAMMI STRATEGICI OPERATIVI costituiti da:

 

·         Piano provinciale dei rifiuti;

·         Piano di risanamento dei fiumi;

·         Piano per l’inquinamento elettromagnetico;

·         Piano per l’inquinamento atmosferico.

 

Nel primo caso, Piano provinciale dei rifiuti, in attesa che vengano accentrate sulla Provincia le competenze degli Ambiti Territoriali, prevediamo di sviluppare un “Progetto pilota” organico e coordinato riguardante la raccolta differenziata ed un altro “progetto pilota” riguardante il recupero dei materiali riutilizzabili.

Per quel che riguarda i fiumi occorre estendere la metodologia già utilizzata per l’Ete Vivo attraverso la predisposizione di Progetti quadro di risanamento per ciascuna asta fluviale all’interno dei quali modulare e regolamentare sia gli investimenti strutturali che le necessità di pronto intervento. 

E’ altresì necessario coordinare le programmazioni locali riguardanti i Piani delle Antenne attraverso una regolamentazione quadro che ovviamente non può prescindere dal  nuovo P.T.C.

Infine, per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico sarà implementato il “Progetto pilota” già avviato riguardante le centraline di monitoraggio dell’aria.

L’asse strategico in questione dovrà comunicare come IDEA FORTE “la Provincia della sicurezza ambientale”.

 

3 –Il TERZO ASSE prioritario è costituito dal “Potenziamento delle infrastrutture di rete” che si declina in 3 PROGRAMMI STRATEGICI OPERATIVI costituiti da:

·         Piano degli investimenti nella rete viaria;

·         Piano del trasporto pubblico;

·         Piano degli investimenti per la banda larga.

Nel 2011 saranno avviate a realizzazione opere viarie per complessivi 27 milioni di euro tra cui una serie di interventi strategici quali:

1)      l’ammodernamento della SP 238 Valdaso, nell’ulteriore tratto di circa 1,8 Km ricadente in Comune di Montefalcone Appenino, con un finanziamento ex Anas di € 7.210.000,00 (Progetto esecutivo in corso di approvazione con contestuale avvio delle procedure di gara);

2)      l’ammodernamento di un ulteriore tratto della SP Valdaso per circa 3 Km da Pedaso verso monte con un finanziamento ex Anas pari a € 2.600.000,00 (il Progetto definitivo è stato già approvato dalla Giunta Provinciale e sono in corso le procedure per la progettazione esecutiva);

3)      la realizzazione del collegamento tra la variante del Ferro e la SP 204 lungo Tenna, quale variante all’abitato di Molini di Tenna nell’ambito del più ampio Progetto strategico di circonvallazione della città di Fermo, finanziata con fondi ex Anas per € 4.880.000,00 (Progetto già approvato in linea tecnica con conseguente avvio delle procedure urbanistiche e ambientali);

4)      la realizzazione della circonvallazione di Amandola, con un finanziamento di risorse ex Anas pari a  € 5.138.000,00 (Progetto in corso di approvazione in linea tecnica e conseguente avvio delle procedure urbanistiche e ambientali).

 

Per quanto riguarda la Banda Larga saranno completate le procedure ed avviati i lavori per la realizzazione del progetto pilota “MarcheWave” attivato e finanziato dalla Regione Marche per la infrastrutturazione wireless delle aree scoperte.

L’IDEA FORTE  è “la Provincia della mobilità sostenibile e dell’accessibilità”.

 

4 – Il QUARTO ASSE prioritario è quello della “Razionalizzazione delle fonti energetiche” che sarà declinato attraverso un vero e proprio “Piano energetico provinciale”.

A questo riguardo va subito chiarito che l’obiettivo prioritario di tale Piano è quello del risparmio energetico, esattamente in linea con la Direttiva Comunitaria del 19/05/2010.

Per questo motivo il Piano energetico provinciale, così come lo stesso Piano Territoriale di Coordinamento dovranno prevedere un “Progetto pilota” che agevoli attraverso apposite premialità, anche di tipo urbanistico, le buone prassi di edilizia pubblica e privata a basso impatto energetico mutuando strumenti e modalità di Regioni e Province italiane più avanti da questo punto di vista come la Provincia autonoma di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Firenze.

L’adozione e la diffusione nell’attività edilizia di un efficace “sistema di certificazione” per l’abbattimento dei consumi energetici (sul modello “CasaClima” della Provincia autonoma di Bolzano) produrrebbe, nel tempo, un triplice risultato:

 

1)      un significativo risparmio energetico nel bilancio delle famiglie e, più in generale, del territorio;

2)      un effetto calmiere e selettivo sui prezzi del mercato dell’edilizia;

3)      lo sviluppo di nuove professionalità nel mercato dell’edilizia, a beneficio in particolare della riqualificazione delle imprese artigiane.

Vanno inoltre implementate le fonti di energia pulite, pur sempre entro i limiti previsti, per gli impianti tecnologici in generale, dalla recente variante al PTC vigente approvata dal Consiglio Provinciale a fine 2010.

L’IDEA FORTE è “la Provincia del risparmio energetico e dei consumi energetici responsabili”.

 

5 – Il QUINTO ASSE riguarda la “Qualificazione dell’offertascolastica/culturale” che si declina attraverso:

·         il Piano di dimensionamento scolastico che dovrà di volta in volta razionalizzare l’offerta ed adeguarla ai reali fabbisogni del territorio allo scopo di favorire l’osmosi scuola/mercato del lavoro;

·         la rete dei Beni Culturali.

Per questo motivo i “Progetti pilota” più importanti nel campo dell’istruzione riguarderanno l’avvio dell’ Istituto Tecnico Superiore per la Moda e dell’ Istituto Tecnico Agrario in stretta coerenza con 2 delle principali vocazioni del territorio costituite dal “sistema moda” e dall’ “agricoltura di qualità”.

Un ulteriore sforzo di razionalizzazione e di avvicinamento tra la fase formativa e l’ingresso nel mondo del lavoro va compiuto nel comparto delle attività turistiche che costituiscono il 3° pilastro dell’economia del territorio.

Non va poi dimenticato il settore della formazione universitaria per la quale l’impegno della Provincia continuerà a crescere nel 2011 e negli anni seguenti.

Particolare rilevanza assume il completamento del “progetto pilota” riguardante l’allestimento di una vera e propria rete provinciale integrata dei Beni culturali, di cui il territorio del fermano non ha mai disposto, incentrata su alcuni “nodi strategici” di qualità che si andranno ad aggiungere come:

 

-               la Casa Licini a Monte Vidon Corrado;

-               il Centro Documentazione sullo Shoà e il razzismo a Servigliano;

-               la Fototeca provinciale ad Altidona;

-               il Centro di documentazione e studi per il design a Porto San Giorgio;

-               il Museo dell’Innovazione Tecnologica presso le Officine storiche del Montani a Fermo;

-               la rete interprovinciale delle Biblioteche.

 

L’IDEA FORTE è “la Provincia della conoscenza” intesa sia come recupero e mantenimento dei vecchi saperi che come sviluppo delle opportunità per i nostri giovani.

 

6-Il SESTO ASSE prioritario è quello della “Qualificazione dell’incontro domanda/offerta di lavoro” che deve intercettare sempre più i reali bisogni delle imprese attraverso modalità, servizi e strumenti flessibili e tempestivi.

Per questo motivo l’Asse, tra i diversi canali di intervento, sarà incentrato da un lato sul “Piano dei fabbisogni formativi” e dall’altro sul “Piano dei tirocini aziendali” mediante “progetti pilota” quali i voucher misti formazione/esperienza lavorativa.

E’ altresì necessario intervenire, pur nei limiti delle normative comunitaria e regionale, per aggiornare l’elenco delle qualifiche e soprattutto per adeguare la filiera metodologica della produzione di formazione mettendo al centro l’impresa mediante tecniche di analisi, di matching e di monitoraggio più avanzate.

L’IDEA FORTE è “la Provincia per il lavoro”.

 

7 – ILSETTIMO ASSE è quello che riguarda il “sostegno alle piccole imprese”che sarà incentrato, in particolare su 4 “Progetti pilota”:

1)      l’ “autoimprenditorialità”, sviluppando le attività del “Progetto Colombo” già avviato nella parte finale del 2010;

2)      le “reti di impresa”, finalizzato a favorire l’aggregazione, in via sperimentale e temporanea, di gruppi di piccole e micro imprese specialmente per progetti commerciali e di innovazione tecnologica;

3)      la “ricerca e l’innovazione”, attraverso il sostegno delle pratiche di spin-off universitario ed aziendale, la formazione specialistica di una rete di giovani tecnocrati e la realizzazione di un  vero e proprio incubatore di nuove imprese altamente innovative;

4)      l’”internazionalizzazione delle piccole imprese”, attraverso la stipula di un organico accordo di collaborazione con la Camera di Commercio di Fermo per il tramite della sua Azienda Speciale.

L’IDEA FORTE è la “Provincia al fianco delle piccole imprese”.

 

8 – L’OTTAVOASSE che, a questo punto, costituisce il naturale contenitore dell’ intera pianificazione strategica è quello che riguarda la “Promozione del territorio” intesa sia in senso stretto cioè nei suoi 2 significati principali dell’accoglienza turistica e dell’attrazione degli investimenti, che in senso più lato della promozione sociale della qualità della vita, del sistema delle garanzie e dei principi solidaristici di cui  il nostro territorio è storicamente portatore.

In particolare per quel che riguarda il turismo è necessario concentrarsi su 3 progetti:

1)      la definizione di una “rete stabile degli eventi turistici” ad elevato impatto in termini di attrattività ed accoglienza. Questa rete deve avere almeno 2 prerogative, da un lato quella di intersecare i principali eventi dei Comuni e dall’altro quella di valorizzare eventi di natura e target diversi ivi compresi quelli in campo sportivo,sociale e produttivo;

2)      lo sviluppo organico, integrato ed estensivo della rete degli “shopping tour” che deve coinvolgere sempre più la piccola impresa”;

3)      l’individuazione di 1 massimo 2 eventi di punta. “L’evento di punta” nulla toglie alla “rete stabile degli eventi turistici” di cui al precedente punto 1), ma ha lo scopo di rappresentare un “segno distintivo del territorio” che deve essere riconoscibile ed atteso a livello nazionale, e in prospettiva anche a livello internazionale, come “evento dell’anno”.

Il “Festival Tipicità”, adeguatamente rivisto e potenziato, può avere queste caratteristiche  a condizione che riesca ad imporsi come una delle 3/4 manifestazioni più importanti a livello nazionale nel campo delle qualità e delle eccellenze enogastronomiche.

 

E’ dunque necessario dotarsi di un vero e proprio “Piano di marketing territoriale” la cui IDEA FORTE è “la Provincia delle eccellenze e della qualità della vita”.

 

 

GLI STRUMENTI METODOLOGICI

Il “Piano Strategico Integrato” si deve avvalere stabilmente di una serie di efficaci “Strumenti Metodologici”:

1)      di tipo partecipativo, quali le “Campagne di ascolto” e le “Consulte permanenti”;

2)      di analisi e studi, come l’Osservatorio permanente” e il “Centro studi”;

3)      di tipo progettuale, come le “Conferenze ristrette dei servizi”;

4)      di tipo divulgativo, come il “Piano di comunicazione istituzionale”;

5)      di monitoraggio, come il “Controllo strategico” e il “Controllo di gestione”;

6)      di rendiconto, come il “Bilancio sociale”.

 

CONCLUSIONE

La sfida per il concreto avvio, il funzionamento e l’autonomia della nuova Provincia, che abbiamo raccolto un anno e mezzo fa’, è praticamente vinta.

Raccogliamo oggi la nuova sfida dei tagli, della crisi della politica e della congiuntura economica per “gettare il cuore oltre l’ostacolo” convinti di poter dare il nostro contributo concreto, innovativo e duraturo allo sviluppo di questo territorio ed al benessere dei suoi cittadini con particolare riguardo ai giovani, alle fasce deboli, alle famiglie, ai lavoratori e ai piccoli imprenditori.

Ci sarà da lavorare tanto ma la fiducia incondizionata che ripongo nella mia maggioranza  di governo, nella Giunta, nei miei collaboratori ed anche nel senso di responsabilità dell’intero Consiglio Provinciale, mai venuto meno, mi inducono ad essere ottimista.

 

 

Il Presidente

On. Avv. Fabrizio Cesetti