La piena non spazzerà via nessuno, un singolo caso non può e non deve fare clamore oscurando il lavoro paziente che dopo il 2011
ha permesso di evitare alluvioni disastrose che hanno colpito altre parti del territorio regionale, sotto lo stesso cielo e sotto le stesse
nubi temporalesche che hanno scatenato ovunque il finimondo, ma non a Fermo.

La memoria non può essere così corta.

E neppure si può banalizzare il rispetto delle leggi addossando ad altri le proprie responsabilità, confidando nella sfiducia, costruita
sapientemente giorno dopo giorno nei confronti del Pubblico.

Ci sono norme statali consolidate che sanciscono che ognuno deve adoperarsi per proteggere i propri beni, e che le Amministrazioni
Pubbliche devono intervenire a tutela di interessi generali della collettività e non di singoli casi dei privati.

Ci sono zone classificate esondabili dal Piano di Bacino, in cui non si può costruire, e dove si dovrebbe operare delocalizzando
quanto vi fu edificato.

Ci sono leggi che vietano di realizzare edifici, manufatti ed addirittura piantagioni a meno di 10 metri dalle sponde, e lungo i fiumi è
tutto un proliferare di baracche, capanne, orti e piazzali.

Cosa dovrebbe pensare un cittadino per bene se le Amministrazioni Pubbliche spendessero denaro dei contribuenti per difendere
situazioni private irregolari quando non addirittura gravate da abusi?

Fin qui la generalità dei casi, con un forte richiamo a recuperare il senso di responsabilità che deve animare ciascuno perché
comprenda che deve fare il suo.

Con riferimento invece all’articolo del Resto del Carlino, nel quale si raccontano le preoccupazioni di un residente che vive in una di
quelle case sorte a ridosso della sponda destra del ponte di Campiglione, la scrivente Autorità Idraulica territorialmente competente,
per la funzione pubblica che riveste, sente il diritto dovere di chiarire quanto sotto riportato:
• Attualmente il ponte non è interessato da depositi vegetali tali da aumentare la pericolosità idraulica delle aree adiacenti in
destra idraulica;
• I depositi di materiale litoide in sponda sinistra sono dovuti al naturale andamento della corrente fluviale che deposita nella
parte interna della curva ed erode in quella esterna;
• La pericolosità delle aree in destra idraulica è dovuta non già alla cattiva manutenzione dell’asta fluviale ma alla presenza
inopportuna di fabbricati molto vicini ai limiti esondativi delimitati dal PAI (approvato con D.C.R. 116/2004). Negli elaborati
tecnici del PAI vengono censite le aree a rischio idrogeologico e sulle quali sono cogenti specifiche Norme di Attuazione che
disciplinano le attività consentite.
• Seppure, come riportato dall’articolo, tali fabbricati sono stati costruiti negli anni settanta, risultano oggi presenti in adiacenza al
fiume dei manufatti probabilmente abusivi, tra cui anche una piscina. Tali manufatti, risulterebbero non rispettare altresì le
disposizioni di cui all’art. 96 del R.D. n. 523 del 1904, ai sensi del quale sono “lavori ed atti vietati in modo assoluto sulle acque
pubbliche, loro alvei, sponde e difese”, ad una distanza minore di dieci metri dal piede degli argini, “le fabbriche, gli scavi e lo
smovimento del terreno”. Tale formula ampia è tale da ricomprendere qualsiasi manufatto che per le sue caratteristiche sia
idoneo a compromettere il libero deflusso delle acque o l’espletamento dei necessari lavori di manutenzione, (per
l’individuazione della ratio del divieto cfr. Tribunale Sup.re acque, 24.06.2010, n. 104; id. 29.04.2002, n. 58). Il divieto contenuto
nella norma sopra citata si applica peraltro indistintamente a tutti i corsi d’acqua acquisiti al demanio dello Stato, senza che
rilevi l’iscrizione o meno negli apposti elenchi (cfr. Tar Piemonte, Sez. I, 20.04.2007, n. 1732).

 

Si riporta documentazione fotografica esplicativa dello stato dei luoghi.

Vista del ponte ripresa il 16/12/2014 che non mostra alcun elemento di criticità.

 

Vista delle baracche abusive “a rischio” che insistono sulla sponda allineata alla spalla del ponte (non si può pertanto invocare il fatto
che le erosioni del fiume abbiano fatto in modo che venissero a trovarsi a meno di 10 metri dal bordo del corso d’acqua).

 

Ripresa aerea recente che mostra la solidità della sponda destra in prossimità delle abitazioni dell’articolo.

Foto aerea generale che mostra la tendenza naturale del fiume a lambire la sponda destra

Sovrapposizione della foto aerea con l’area esondabile del PAI (in azzurro)