Fermo, 28 aprile 2010

Leopardi scrive della Donzelletta che venendo dalla campagna sogna di un sabato pieno di speranze. A oggi l'immagine agreste e campagnola dei Marchigiani com’è cambiata e chi potrebbe essere il prototipo simbolo del cambiamento, il solito "scarparo” arricchito sfornando suole e tacchi nel sottoscala di casa, oppure una nuova considerazione di se stessi non più come provinciali ma come partecipanti attivi nel contesto Europeo tramite la Cultura e il Turismo sempre più adeguati ai tempi che cambiano? 

Noi abbiamo un grosso patrimonio sia come Provincia di Fermo ma credo anche come Regione Marche ed è la nostra ruralità e sono sicuro che la Donzelletta del Leopardi oggi possa essere inserita in questo contesto rurale, perché quando parliamo di ruralità, parliamo di borghi antichi, di agriturismi e parliamo di sapori che provengono dai saperi antichi del territorio. Credo quindi che la “Donzelletta che rientra in sul calar del sole” si può ambientare facilmente in questo nostro contesto attuale. La ruralità sarà sicuramente l’arma e il motore più forte per il nostro inserimento nell’ambito turistico europeo: abbiamo avuto alcuni turismi particolari come il mare, la montagna, la Cultura e ora si inserisce il nuovo filone dell’ambiente, dei prodotti agro-alimentari, dei prodotti sani, del recupero del territorio, della salubrità dell’aria. Queste saranno le nostre nuove potenzialità da mettere in campo per avere un riscontro proficuo nel contesto europeo. Si punta sulla ruralità, anche perché in questo momento sono disponibili finanziamenti europei, c’è il nuovo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) che concede aiuti, ci sono i Piani Integrati Territoriali, i famosi PIT, che danno supporti, e si tratta appunto di sostegni che vanno verso il recupero di una produzione agricola sana, che poi va riversata nel settore turismo.

Il Turismo, specialmente del nostro litorale, è sempre stato considerato idoneo per le famiglie, ed anche le offerte alberghiere lo confermano, oltre al già consolidato turista-famiglia cosa e con quali forme strutturali potremmo far divenire spazio e tempo libero interessanti anche per i ragazzi, sia Italiani sia Europei? Un nuovo rapporto Cultura-Divertimento-Turismo è possibile?

Possibile lo è, ma sicuramente difficoltoso per noi, soprattutto come Provincia di Fermo. La nostra costa è stata sempre a servizio della famiglia almeno fino al raggiungimento di una certa età dei figli, infatti, quando i genitori cominciano ad avere un’età matura, seria, importante (ride) e i figli entrano nella maggiore età, chiaramente il nostro turismo non è più adatto alle esigenze giovanili, di conseguenza, scattano turismi come Rimini oppure San Benedetto del Tronto e i ragazzi si spostano più a Nord o più a Sud; questi luoghi rappresentano una grande attrattiva per i giovani.

Come possiamo invertire questo trend? Quale potrebbe essere la caratteristica seducente per attirare, nella nostra Provincia, il Turismo giovanile, strutture più ricettive o programmi più intriganti?

Io credo che le risorse ci siano, forse, per il momento possiamo dire che si tratta di risorse un po’ “virtuali”: parliamo della riorganizzazione dei piani spiaggia. Oggi la Regione Marche sta consentendo ai gestori delle concessioni demaniali l’uso di piscine, l’utilizzo di strutture per feste sulla spiaggia e l’offerta degli chalet si stanno modificando per andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni e questo potrebbe rappresentare un valido aiuto per avere un turismo più giovane. Tuttavia, questa grande risorsa che è il nostro litorale oggi è molto a rischio, ci sono, infatti, disposizioni europee e nazionali che limitano a sei anni i tempi della gestione delle concessioni. Se questa legge è già in vigore a livello statale e della Comunità Europea, se noi non riusciremo a modificare questa normativa, sicuramente cadrà anche questo discorso perché i nostri gestori balneari non avranno più interesse ad investire in queste strutture; del resto, perché riversare denaro su qualcosa di cui si è responsabili per soli sei anni? Di questo passo si rischia la “desertificazione” delle nostre spiagge e delle nostre strutture.

Questo considerando solo la costa, nell’entroterra, invece, che cosa potremmo fare?

Per il discorso della montagna e delle zone interne, lì certo, diventa più difficoltoso organizzare un turismo per i giovani. Qualcosa sta avvenendo a livello organizzativo e nelle strutture dei piccoli paesi dove sono nate nuove Associazioni che stanno organizzando diverse feste, soprattutto “feste della birra”, riservate principalmente ai giovani e che comunque, soprattutto nella stagione estiva, sono anche motivo di attrazione turistica. L’entroterra sta facendo diverse proposte, tra cui rassegne enogastronomiche e festival musicali, che potrebbero essere una valida attrattiva per il divertimento giovanile, ma siamo ancora all’inizio!

Per un discorso coordinato su tutto il territorio, avete mai pensato di aprire un “Assessorato al Divertimento”, che unisca Cultura, Turismo ed Ambiente, con lo scopo preciso di attirare il mercato turistico straniero sulla falsa riga dell’ industria dell’intrattenimento della riviera romagnola?

Questa è una domanda che a me piace molto. Da qualche mese sono Assessore al Turismo e all’Agricoltura e a ogni occasione cerco sempre di ribadire che non si può fare Turismo se non si lavora contestualmente in sinergia con Cultura, Ambiente ed Agricoltura. Quello che propongo, per un recupero del territorio, è un lavoro che coinvolge questi quattro aspetti; e l’idea, ottima, di un “Assessorato al Divertimento” dovrebbe essere un po’ la sintesi di questi quattro settori che, dialogando, si propongono proprio come “Assessorato all’Intrattenimento” e sopratutto all’Intrattenimento Giovanile.

Per formulare proposte, per dare risposte, per stabilire compiti, mansioni, finalità, sia per il mondo del divertimento ma anche per quello del Turismo e della Cultura, in genere, si vocifera di una prossima Conferenza Provinciale dei Servizi. Una Conferenza che coinvolga non solo i soggetti turistici, ma anche quelli culturali di tutti i quaranta Comuni della Provincia. E’ un’iniziativa concreta o è soltanto un auspicio?

La funzione del Tavolo Azzurro è un po’ questa qui, perché comunque sta mettendo insieme cinquanta rappresentanti di altrettante sigle di Associazioni che si occupano di Turismo e di Cultura come gli Istituti Superiori a Indirizzo Turistico, l’Università di Fermo, l’Assessorato alla Cultura e tutti i vari soggetti interessati; poi c’è anche un Tavolo Verde per l’Agricoltura che è già stato costituito, che è già operante e che funge chiaramente da supporto a quello turistico. All’interno del Tavolo Azzurro anche l’ambiente è ampiamente rappresentato da tutte le più importanti Associazioni ambientali da Italia Nostra al WWF, perciò la si potrebbe chiamare già Conferenza dei Servizi, questo non esclude però l’organizzazione di un vero e proprio congresso, che faremo sicuramente non appena il Tavolo Azzurro sarà operativo. Operativo significa che, dopo essere stato approvato dai cinquanta rappresentanti all’unanimità,  domani (29 aprile) sarà approvato in Giunta. Dopodiché, al prossimo Consiglio, ci sarà il passaggio per l’approvazione del Consiglio Provinciale, passaggio che, a questo punto sarebbe pure superfluo, ma il nostro Presidente vuole la massima trasparenza e la massima condivisione con il territorio. Una volta arrivati a questo punto, si programmerà anche questa Conferenza dei Servizi.

Il Tavolo Azzurro, come mai questo nome?

Io ho già costituito il Tavolo Verde per l’Agricoltura, il colore azzurro, in questo caso ci ricorda il mare e quindi il Turismo, ciò nonostante, durante la prima riunione ho sottolineato che lo chiameremo così solo momentaneamente, fino a quando non ci sarà la costituzione ufficiale e poi l’assemblea ne deciderà il nome definitivo, lo potranno confermare oppure cambiare. Tavolo Azzurro è un nome provvisorio.

Il Tavolo Azzurro per il Turismo potrebbe essere il riferimento strutturale e organizzativo per chi volesse far conoscere della nostra Regione anche quelle eccellenze professionali che operano nel mondo delle mostre e degli eventi culturali? ...mi vengono alla mente le figure professionali quali: restauratori di affreschi e decori, oppure il recupero e il restauro d’importanti scritti antichi su carta prodotta a Fabriano, da sempre nell'Olimpo della produzione cartaria mondiale. Queste figure professionali, oltre ad essere un eventuale futuro per i nostri giovani, come potrebbero diventare "Evento" nel panorama turistico nazionale?

Io gradirei molto che queste figure diventassero evento nel panorama nazionale, perché il mio mestiere è quello di restauratore, lo faccio per le Sopraintendenze e lo faccio da una vita. Certo, lavorare sul recupero dei nostri beni più importanti e farlo diventare un avvenimento nazionale a me piacerebbe moltissimo. Nel Tavolo Azzurro sono rappresentate tutte le Associazioni degli Artigiani e sono sicuro che ogni Associazione proporrà il meglio per essa stessa e per gli stessi membri del Tavolo Azzurro. Questa idea non l’avevo presa in considerazione, ti ringrazio molto e accetto volentieri l’input che è veramente positivo e che ri-proporrò ai rappresentanti degli Artigiani che fanno parte del Tavolo Azzurro e speriamo di farne nascere qualcosa.

Proprio in questo momento, per esempio, c’è in atto - non perché lo sto facendo io, ma perché è una cosa straordinaria - il restauro della villa napoleonica di Porto San Giorgio, la Villa Bonaparte e tra poco diventerà operativa nell’ambiente del turismo. Si tratta di una struttura architettonica straordinaria con pitture di valore eccezionale e questo potrebbe diventare un evento, credo che già ad Agosto questa struttura potrebbe funzionare e si dovrebbe aprire ai turisti e al pubblico. Sarà un luogo che porterà tanto valore aggiunto al nostro territorio e dobbiamo ringraziare l’attuale proprietario, perché bisogna credere nel proprio territorio per sostenere uno sforzo economico del genere; bisogna credere nell’arte e capire la preziosità che la villa napoleonica rappresenta per la sua specificità. A me fa paura solo pensare a quanto hanno investito i proprietari 

Raffaello Sanzio è il nostro portabandiera universale per la pittura, ma da sempre le Marche hanno avuto un legame stretto e molto particolare con Roma, sia come capitale sia come centro di potere. Dal suo punto di vista questo scambio è tuttora presente oppure i flussi culturali delle Marche si stanno spostando verso altre direzioni e per tanto anche il Turismo deve cambiare target e non puntare più sui "romani"?può esistere una "Via Marchigiana" circa il Turismo di nuova generazione?

Sostengo che, come Regione Marche, e soprattutto come Provincia di Fermo, dobbiamo ancora credere nei flussi turistici provenienti da Roma e provincia. I marchigiani sono ampiamente rappresentati nel Lazio e soprattutto a Roma, pertanto questo scambio turistico oramai è molto consolidato: noi andiamo spesso nel Lazio e a Roma per le nostre vacanze e viceversa i romani arrivano nelle nostre zone. Credo anzi che il rapporto con Roma vada ulteriormente consolidato e stiamo cercando di rafforzarlo preparando un incontro presso la Biblioteca del Ministero dell’Agricoltura, dove, con un’iniziativa mirata presenteremo i nostri prodotti locali e una nostra pubblicazione, che riguarda il nostro Turismo e la nostra Agricoltura. Inoltre, stiamo dando adesione a una manifestazione che si terrà sempre a Roma, a Piazza Venezia, con le Pro Loco dei Comuni della Provincia di Roma, dei Comuni della Provincia di Fermo e dei Comuni della Sabina  proprio per promuovere il territorio e le nostre eccellenze agro-alimentari e consolidare questi antichi legami

Come vive Lei la sua sera, è all’insegna della produzione ulteriore di responsabilità, oppure è impostata sullo “staccare la spina” per fare cose che gratificano l’uomo? Come si “diverte” l’Assessore Massucci?

Con una premessa: l’Assessore oramai è vecchio e ha i suoi vizi. Le serate di norma sono occupate da impegni politici, ma quando io non ho obblighi, “stacco la spina”, vado al bar e mi faccio una “briscola” e un “tressette” e guai a chi me le tocca, perché un’ora passata al bar con gli amici -con i quali ci sfottiamo e ce ne diciamo di tutti i colori- per me è un’esigenza! Poi chiaramente rientro a casa e dedico un paio di ore alla lettura dei giornali e alla televisione. Di norma seguo tutto il Tg3 di mezzanotte e poi magari vedo se ho qualcosa da preparare per la giornata successiva. Dedico poco tempo alla lettura di libri, comunque la mia lettura è rivolta soprattutto alle cose che sono a me più congeniali, leggo soprattutto di antiquariato, di restauro e di arte.

Quello del restauro è il principale lavoro rispetto a quello della politica oppure è solo un grande hobby?

E’ difficile da decidere, ha sempre fatto l’insegnante, anche se ora sono in pensione, ed ho sempre fatto il Sindaco di un piccolo paese, l’ho fatto per trent’anni e ho sempre svolto seriamente il mestiere di restauratore per le due Sopraintendenze di Ancona e di Urbino. Il lavoro di restauratore, oltre ad essere una grande passione però è anche una fonte di guadagno, perché “fare il politico” è costoso. Quello della politica è un hobby, un hobby che costa caro e se non ci aiutassimo con un altro lavoro non ce lo potremmo permettere.

Come era il divertimento quando era ragazzo, che cosa faceva?

Il divertimento c’era sempre, anche a letto noi ci divertivamo: nei nostri sogni c’erano le cose più belle! E’ stato un bel periodo, io non rimpiango niente. Il divertimento era andare a ballare, nella balera, più che in discoteca … andavamo negli chalet al mare …. frequentavamo Riva Fiorita a Porto San Giorgio, poi c’era un altro posto a Grottammare … di cui non ricordo il nome … da Monte Vidon Combatte ci spostavamo sempre sulla costa oppure ci organizzavamo per conto nostro, con un registratore in un cortile, di notte, un qualsiasi posto poteva diventare un ritrovo. A noi bastava poco, un po’ di musica e ci organizzavamo.

Il cinema?

Il cinema era un appuntamento settimanale, si andava a Fermo ed a San Benedetto del Tronto, in qualche caso straordinario si arrivava anche a Civitanova Marche. Il teatro invece, molto poco. Io ho cominciato a seguire il teatro spostandomi da Fermo a Roma dove ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti.

… a Roma come si divertiva?

In modo diverso da qui. A Roma ci s’incontrava sempre. L’Accademia, più che un luogo di studio, era un punto d’incontro per noi, che poi eravamo considerati artisti, e se eravamo troppo preparati e studiosi … diciamo che il secchione non si confaceva all’artista, quindi studiavamo poco (ride). Ci incontravamo di continuo, dappertutto, all’interno della scuola, poi io ho fatto il 67,68,69 il 70, il periodo delle occupazioni. Ero un attivista! Allora avevamo a disposizione tutta Roma, eravamo i “padroni”, si occupava Architettura, rimanevamo all’interno per mesi, si occupava l’Accademia … insomma, non avevamo problemi! E poi c’era sempre il ballo nei locali per ragazzi, un po’ li conoscevamo tutti. Durante il giorno invece, c’erano Porta Portese e Via Sannio, i mercati dove ci ritrovavamo. Eravamo degli habitué di queste cose, ci spostavamo con moto e motorini, avevamo vari punti di ritrovo ed a tutto pensavamo meno che allo studio!

Quindi è stato sempre un attivista della politica?

Sì, ma diciamo sempre a livelli molto bassi, infimi …

In che senso?

Beh, l’ho fatto sempre per hobby, non ho mai pensato a una carriera, non l’ho mai fatto a tempo pieno e perciò con una preparazione sempre limitata, perché si eccelle quando queste cose si fanno a tempo pieno … mentre io a tempo pieno ho sempre svolto almeno tre mestieri...l’insegnante, il restauratore ed il Sindaco.

Il “teatro” della politica, oltre ad essere quindi una passione, e per alcuni solo un palco per esibirsi, potrebbe diventare una forma di “divertimento” per quei giovani che non ne hanno subito il fascino in epoche passate senza però le contrapposizioni violente che abbiamo registrato nei decenni scorsi?

Penso a conferenze politiche tenute da filosofi o comici, e non solo dai politici di professione.

Io dico continuamente che un giovane dovrebbe sempre interessarsi di politica, anche se non in modo attivo, dovrebbe comunque partecipare agli incontri e agli eventi politici, perché intanto è formazione ed è una formazione seria e chi lo farà se lo ritroverà sicuramente come credito, come background culturale per il futuro. Poi, se c’è anche passione e si entra un po’ nel meccanismo politico, credo che per un ragazzo sia un grosso aiuto oltre che per la sua formazione ideologica e culturale anche per quella professionale, qualunque essa sia. I giovani dovrebbero credere di più nella politica e noi, allo stesso tempo, dovremmo agevolarli in questo senso; spesso invece non lo facciamo. Io, per esempio, sono uno di quelli che predica bene ma razzola male, infatti, ho sessantacinque anni e mi trovo ancora a fare politica, quando a posto mio ci potrebbe essere benissimo un giovane.

Ovviamente, poi, è difficile trovare il politico che si fa “infilzare” sullo spiedo, io darei la mia disponibilità anche perché non mi sono mai considerato un politico. Quando facevo il Sindaco, mi paragonavo sempre ad un amministratore di condominio, perché il mio è un piccolo paese. Poi ho fatto il Consigliere Provinciale e ora l’Assessore, ma, come ho già ripetuto, non posso considerarmi un politico. Il vero politico è quello che vive con le sole risorse della politica. Bisogna arrivare ad un livello più alto per essere veri e propri politici. Ripeto, questo è un hobby, e dobbiamo lavorare sodo per potercelo permettere. Uno come me sarebbe pronto a discutere con i giovani, anche perché riconosco che gli stiamo togliendo spazio, e sono sempre il primo a dirlo, così evito che mi aggrediscano. Indubbiamente, per noi, è importante pensare e tentare qualcosa di nuovo; la tua proposta infatti, sarebbe ottima per dare ai giovani la possibilità di ritrovare un feeling in positivo con la politica.

La Regione Marche ha usato un famoso attore americano per divenire il testimonial di una campagna pubblicitaria molto discussa, secondo lei che tipo di personaggio, o personaggi, e con quale messaggio, potrebbero essere idonei per diventare i testimonial della Provincia Fermana?

La Regione Marche ha questo obiettivo: si riserva di fare la promozione del territorio, noi, come Provincia, siamo preposti all’accoglienza e dobbiamo lavorare sulle strutture ricettive. Ritengo giusto questo progetto: ho piena fiducia in quello spot, e nel suo modo di associare i nostri paesaggi infiniti, Leopardi ed Hoffman. La Regione Marche ha fatto una cosa veramente importante per promuovere il nostro territorio regionale e le singole realtà locali: è stato un connubio ideale e non ne vedrei altri migliori. E’ la prima volta che la Regione si “sprovincializza” per proiettarsi su una dimensione europea e mondiale. Lo ha fatto molto bene e con pochissima spesa. Nella stessa cifra, infatti, circa un milione e settecento mila euro, se non ricordo male, è tutto compreso: il compenso dell’attore, il costo dello spot e di tutti i vari passaggi sulla televisione nazionale e sui principali canali europei.

Noi dobbiamo ora focalizzarci sull’accoglienza, perché fare singolarmente la promozione di Ascoli Piceno, di Fermo, di Recanati e di tutte le altre città, non avrebbe senso.